Quando a trent’anni vinse il premio Bergamo con il dipinto della Crocifissione, vi fu una protesta del vescovo Adriano Bernareggi contro “questo sconcio anticristiano” che l’ “Osservatore Romano della Domenica” chiamò, in un corsivo: ” un oltraggio”. Il quadro che più tardi conservò nella casa romana e che ora è alla Galleria Nazionale d’Arte noderna e contemporanea nulla ha di irriguardoso. Fu un doloroso errore che allontanò l’artista,dalla pratica religiosa, recuperata solo, ma con commovente intensità, negli ultimi anni di vita.Renato Guttuso, nasce a Bagheria il 26 dicembre del 1911 e della sua infanzia egli stesso così scrive: ” tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrocchi e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada”. Dai primi quadri Renato Guttuso, fondamentalmente verista e naturalista, insegue un’esecuzione prettamente figurativa di temi ancorati al mondo contadino, rurale, popolare : temi sociali o soggetti dichiaratamente politici.
La stalla

