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Tommaso Aiello

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Il carretto siciliano-Una delle eccellenze culturali del nostro popolo.

2014-01-28 23:00

Tommaso Aiello

Il carretto siciliano-Una delle eccellenze culturali del nostro popolo.

Tra le eccellenze culturali siciliane consentitemi di inserire anche “Il carretto siciliano”, che se è vero che fa ormai parte delle nostre tradizioni

Tra le eccellenze culturali siciliane consentitemi di inserire anche “Il carretto siciliano”, che se è vero che fa ormai parte delle nostre tradizioni passate, negli anni del suo maggiore splendore, ha raggiunto vertici artistici degni di grande attenzione .I carretti siciliani rappresentano un elemento caratteristico del folklore e sono spesso tra le cose migliori dell’arte popolare .

Carrettiere e carretto”bardato” per le feste.(Foto di Aiello,1972)

Il carretto siciliano, esistente forse già al tempo di Federico II(sec.XIII), come si può rilevare dai”Capitoli dell’Università di Palermo”approvati dall’imperatore svevo nel 1230, ma con dimensioni un po’ più grandi e derivato dall’antico carro da trasporto greco, è nato nella forma a noi nota alla fine del XIX secolo, quando un provvedimento borbonico diede un assetto migliore alla disastrosa rete stradale siciliana allargando il sistema viario dalla città alla campagna . Il carretto venne adibito al trasporto delle cose più svariate, materiali da costruzione , minerali , tutti i generi di prodotti agricoli , carbone e perfino concime .

Carretto siciliano in campagna.

Si può affermare che già verso la metà dell’Ottocento i collegamenti commerciali tra la città e la campagna venivano assicurati quasi esclusivamente dai carrettieri . Ma il carretto ebbe anche la funzione, soprattutto nelle classi sociali popolari , di trasporto di persone , in particolare in occasione di festività o per andare al mare o in campagna . Col volgere degli anni il carretto divenne un elemento essenziale della vita economica della Sicilia . Nella sola Palermo , nel 1923 Giuseppe Capitò, studioso dei carri siciliani , ne contò circa 5000 .Prima dell’Ottocento i carretti avevano la stessa struttura che noi oggi conosciamo , ma erano privi di quelle decorazioni e rappresentazioni che costituiscono la caratteristica principale del carretto  siciliano . Si può affermare con Giuseppe Pitrè che i carri vengono decorati con continuità a partire dalla seconda metà del XIX secolo . Cominciarono così ad apparire figure stilizzate di santi e Madonne inserite in quel fondale a tinta unita, giallo o blu , che si perpetuerà anche quando la maggior parte delle fiancate sarà invasa dalla vivace rappresentazione di episodi biblici e cavallereschi e soprattutto dalle gesta degli eroi della leggenda carolingia: Orlando, Rinaldo, Ruggero, Marfisa, Gano di Maganza, ecc .Le raffigurazioni dei carretti siciliani costituiscono un fatto etnologico estremamente interessante: esse non derivano da quelle che adornano le carrozze e le portantine siciliane del XVIII secolo(simili a quelle di ogni altra parte d’Italia e d’Europa), ma si riallacciano ad una tradizione esclusivamente locale .

Sponda dipinta da F.Paolo Cardinale(foto Aiello,2007)

Sono decorazioni e motivi che si ritrovano in tutti i prodotti dell’artigianato siciliano e specialmente nei mobili . I primi intagliatori di carretti furono certamente ebanisti che solevano rifarsi a motivi ornamentali del Trecento siciliano facilmente riconoscibili nello Steri di Palermo . Si direbbe addirittura che nelle decorazioni dei carretti riaffiorino in un originale miscuglio, sentori di tutti gli stili artistici che nel volgere dei secoli in Sicilia si sono fusi con motivi autoctoni ; dal bizantino all’arabo, al gotico internazionale .

Carretto siciliano costruito da Nicola Seidita e le cui decorazioni sono nate dalla collaborazione di un pittore affermato come Bruno Caruso(allievo di Renato Guttuso) e dai pittori di carri,i fratelli Ducato di Bagheria.

Oltre che rievocatori di episodi biblici ed eroici, i pittori di carretto, col passare degli anni, sono divenuti documentaristi delle più importanti vicende moderne e contemporanee . Così troviamo nelle fiancate dei loro carri scene delle guerre d’Africa, fatti e misfatti del ventennio fascista, episodi dell’ultimo tormentato dopoguerra, fatti di cronaca quotidiana .

Sponda di carretto con scena tratta da “I beati Paoli di L.Natoli).

Sponda di carretto colorita da Giuseppe Picciurro.

Su questa impostazione , elaborata non solo da Giuseppe Capitò-Il carretto siciliano– ,ma anche da Salvatore Lo presti-Il carretto– ,non è d’accordo il prof .  Antonino Buttitta , il quale propende piuttosto per una elaborazione e trasformazione dei motivi già esistenti in tutto il Settecento nelle carrozze , nelle lettighe  e nelle portantine siciliane che si segnalavano per la ricchezza delle loro sculture e delle loro pitture , che avevano analogie tematiche con quelle che saranno poi caratteristiche dei carri siciliani .

Sponda di carretto colorita da Giovanni Russo di Castelvetrano(foto Aiello,2007)

Queste osservazioni possono avere anche un fondo di verità , perché quasi sicuramente i primi costruttori di carretti furono gli stessi costruttori di carrozze , lettighe e portantine , che improvvisamente dal 1850 in poi , quando fu meglio sistemata la viabilità della Sicilia e ci fu un incremento economico , videro allargate le loro possibilità di intervento in un settore che era in continua espansione e che soprattutto aveva una quantità di acquirenti notevolmente superiore . Ma questi artigiani dovettero fare i conti con la classe sociale a cui appartenevano i nuovi acquirenti che avevano cultura e gusti profondamente diversi , per cui certamente dovettero adeguarsi alle nuove richieste offrendo prodotti che fossero consoni alle esigenze di questi nuovi ed unici fruitori del carretto .

Sfilata di carretti siciliani per la festa di San Giuseppe(foto Aiello,2007)

In particolare riteniamo che sia i vecchi , ma maggiormente i nuovi artigiani , e in queste ragioni va ricercato il successo del carro , seppero interpretare il gusto del popolo modificando ,adattando e talvolta reinventando tematiche , forme e colori che avevano riscontro anche nella cultura medievale siciliana . Se gli artigiani si fossero limitati a una semplice trasposizione e continuazione dell’arte delle classi dominanti nella costruzione del carretto , non avrebbero avuto il successo che invece ebbero , perché non avrebbero certamente incontrato il gusto del popolo siciliano . Al carretto tutto sfavillante di colori , veniva affiancato il carretto intarsiato , che è un vero capolavoro  di scultura a bassorilievo .

Sponda di carro intarsiata da Giovanni Tinnirello(foto Aiello,2007)

Abbiamo avuto la fortuna di fotografare ben due carretti :  uno di Giovanni Tinnirello e l’altro di Vincenzo Sparacio . Il Tinnirello si serve per il suo intarsio di scene riconducibili all’epopea carolingia ; mentre Vincenzo Sparacio ricorre oltre a scene appartenenti all’epopea classica anche all’epopea garibaldina .

Scena cavalleresca.Intarsio di Vincenzo Sparacio(foto Aiello,2007)

Epopea garibaldina di Vincenzo Sparacio(foto Aiello,2007)

Da notare la grande abilità nello sbalzare le figure che non hanno nulla da temere dal confronto con i bassorilievi dei grandi scultori del marmo e del gesso .La parte più importante nella costruzione di un carretto ce l’ha l’intagliatore , il quale prepara le lesene delle fiancate e dello sportello posteriore , le due mensole sulle quali poggia il fondo della cassa , i raggi delle ruote e infine il pezzo più prestigioso che è la “chiave” .

Battaglia di Roncisvalle.Intarsio di Vincenzo Sparacio(foto Aiello,2007)

L’artista scolpisce a basso o ad alto rilievo , e talvolta anche in tutto tondo , una scena che di solito si richiama alla medesima storia cui appartengono le scene dipinte sulle fiancate del carretto . Quando tutto il carretto è stato assemblato, e questo è potuto avvenire con l’intervento del “carruzzièri , del fabbro ferraio e dell’intagliatore” , viene portato dal pittore che con una fantasmagoria di colori lo riveste di luce . In questo lavoro viene aiutato dall’indoratore(‘u nnuratùri) che colora tutto il carro di giallo-oro , di rosso-minio , di verde e di turchino . Le decorazioni sono quasi sempre stelle e losanghe , fiori esotici ,fogliami e rabeschi , ritmi geometrici ; e poi ancora soli ,stelle , lune ,angeli , santi , frutta , rosette , fiori ,foglie , nastri , triangoli e rombi .

Sponda di carro dipinta da Bruno Caruso e dai fratelli Ducato di Bagheria(foto aiello,2009)

Molti di questi motivi , secondo il Lo Presti(op.citata , pag 41), l’indoratore li ha presi dai più famosi monumenti siciliani del periodo arabo normanno come il Duomo di Cefalù ,la Cappella Palatina , il Chiostro di Monreale e la Cattedrale di Palermo . Finita l’opera dell’indoratore , è il pittore che dà il  tocco finale al carretto . Dalle sue mani usciranno le figure e le scene delle due fiancate e del portellone posteriore . Completato il carro resta da “vestire” il cavallo con splendidi e fantasmagorici ornamenti : gli “armiggi” .

“Armiggi”da parata costruiti dal sig.Corso di Partinico(foto Aiello,2007)

Quelli da festa in particolare sono veramente eccezionali :fiocchetti e frange di lana e di seta , piccoli specchi , rosoncini , nastri ,dentelli ,pagliuzze colorate ,stelline in argento e in oro , sonagli , chiodi rame rosso o bianco , a testa rotonda o quadrata , tutto serve per decorare le varie parti degli “armiggi” , dal basto al pettorale ,dalla testiera al cavezzone , dal sottopancia alla groppiera .

“Pettorale”(foto Aiello,2007)

Il cavallo interamento “bardato” a festa(foto Aiello,2007)

Purtroppo tutta questa cultura popolare , tutta questa testimonianza è stata travolta e distrutta dalla civiltà dei consumi e dalla imperante tecnologia e noi non siamo in grado ormai di porvi alcun rimedio . Per fortuna vi sono ancora oggi degli appassionati che possiedono un carro  “bardato” a festa e lo propongono nelle sfilate dei carri delle feste paesane . Rimane comunque la testimonianza di chi ha avuto la fortuna di cogliere fotograficamente gli ultimi epigoni di un mondo che è ormai scomparso.

img6400-1615041046.jpg1cavallo-riccamente-bardato-con-carrettiere-1615041050.jpg2carretto-siciliano-in-campagna-1615041053.jpg
9-img6339-intarsio-di-giovanni-tinnirello-1615041080.jpg3c-rota-di-carrettu-e-cassa-fusu1982-1615041063.jpg4-img3411-1615041066.jpg
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